Cybersecurity: chi sono gli hacker e perché ci attaccano? - LaMiaFad.it BLOG

Cybersecurity: chi sono gli hacker e perché ci attaccano?

Molti si chiedono perché ci sono persone che creano virus e malware e qual è la loro finalità.
Il nostro mondo digitale si presta facilmente agli attacchi attraverso malware studiato e progettato per hackerare qualsiasi sistema informatico.
In realtà le motivazioni sono di diverso tipo e il denaro è solo una delle ragioni.

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Chi sono gli hacker?

Sono persone che conoscono molto bene i sistemi informatici mettendone alla prova la sicurezza attraverso le loro capacità logico deduttive. L’hacking nasce in ambienti accademici e non in ambienti criminali, l’intento è quello di correggere gli errori di un determinato software proprio per aumentarne la sicurezza. Abbandonate l’idea del nerd sociopatico rinchiuso in una stanza davanti ad un monitor. Sono individui creativi a cui piace mettersi alla prova, superare i limiti per dimostrare le loro capacità. Ciò che li accomuna sono una intelligenza sopra la media e ideologie sulla libertà dell’informazione. Dunque esistono i black hat (cappello nero) che sono i più pericolosi, i grey hat (cappello grigio) spinti da motivazioni ideologiche ed i white hat (cappello bianco) anche detti ethical hacker ovvero esperti informatici il cui obiettivo è fermare gli attacchi e individuare le falle dei sistemi informatici.

In realtà il mondo degli hacker e dell’hacking è molto più complesso. Se da una parte ci sono persone con cattive intenzioni, esistono molte altre persone che si dedicano a migliorare la sicurezza delle informazioni. Come dicevamo, dobbiamo abbandonare l’idea della persona chiusa in uno scantinato e iniziare a comprendere che molto spesso si tratta di vere e proprie organizzazioni criminali o aziende di cybersicurezza che le combattono. Alcune volte si tratta di organizzazioni governative o filogovernative con lo scopo di attaccare o creare disordini in un Stato nemico oppure a scopo di difesa da attacchi informatici alle infrastrutture informatiche nazionali.

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Perché ci attaccano?

Cerchiamo di entrare nel merito e vediamo se riusciamo a trovare alcune risposte.

Denaro: gli attacchi per motivi economici sono abbastanza ovvi. Hackerando i dati personali, aziendali o i conti bancari si possono ricattare persone o aziende. Spesso si può trarre profitto anche solo dalla vendita di informazioni per cui la motivazione economica è certamente quella che spinge molti cybercriminali a creare virus e malware per guadagnare denaro in modo fraudolento alle spese degli utenti che cadono nelle maglie della tela degli hacker.

Creare il caos: sappiamo che ad un hacker esperto basta un computer connesso alla rete per causare danni in qualsiasi parte del mondo. Il motivo è spesso connesso a movimenti sociali che incoraggiano questo tipo di comportamento anarchico. A volte la ragione è semplicemente quella di indurre il caos sabotando servizi essenziali e mettendo nei guai i governi, sfidarli o anche solo prendendosi gioco di loro.

Motivi politici: in tutto il mondo i governi e i partiti al potere sono colpiti spesso da attacchi informatici che utilizzano virus, malware e altri mezzi. I governi tentano di non far trapelare notizie su questi attacchi e non ammetteranno mai apertamente un attacco avvenuto con successo proveniente da fazioni o governi ostili. L’obiettivo degli attacchi è spesso quello di mantenere il potere o destabilizzarlo manipolando notizie, dati elettorali, pubblicando notizie riservate fino a manipolare l’opinione pubblica.

Vendetta: esistono anche casistiche di persone che vogliono vendicarsi di un torto subito. Ad esempio un rancore verso un ex datore di lavoro, una vendetta di un amante respinto.

Cyberwar: nell’era digitale i sistemi industriali assicurano servizi e benessere ai cittadini. Si pensi alle reti di distribuzione dell’elettricità ai servizi di prenotazione CUP ai sistemi di controllo delle centrali di produzione. L’interruzione di questi servizi causa un grave danno ai cittadini che spesso riversano il loro disappunto protestando e talvolta rovesciando i governi.