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Il rischio radon nei luoghi di lavoro

Il radon, rappresenta una minaccia per la salute pubblica a livello mondiale e nei luoghi di lavoro richiede una gestione attenta e proattiva per proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori.
In considerazione dei suoi effetti dannosi sulla salute umana, è cruciale adottare misure preventive per ridurne l’esposizione. In risposta a questa esigenza, è stato recentemente approvato il Piano Nazionale Radon, un’iniziativa che mira a proteggere la popolazione generale e i lavoratori dai rischi associati al radon nei luoghi di lavoro.

Cos’è il radon e perché è pericoloso?

Il radon è un gas radioattivo naturale derivante dal decadimento del radio nel suolo, inodore, incolore e insapore che si forma naturalmente nel suolo e nelle rocce sottostanti agli edifici.
All’aperto si disperde in atmosfera, mentre negli ambienti chiusi, dove mediamente la popolazione trascorre l’80% del tempo, si accumula, raggiungendo, in alcuni casi e in assenza di ventilazione, concentrazioni che secondo l’OMS sono la prima causa di aumento di rischio di tumore polmonare dopo il fumo di sigaretta.
Pertanto, se inalato, può accumularsi nei polmoni, rilasciando radiazioni ionizzanti che danneggiano il tessuto polmonare. L’esposizione prolungata al radon aumenta il rischio di sviluppare il cancro ai polmoni, diventando una delle principali cause di questa malattia, soprattutto tra i fumatori.
In ambienti di lavoro come cave, miniere, gallerie e sotterranei, dove il terreno può essere disturbato e il radon può accumularsi in concentrazioni più elevate, esiste un rischio potenziale per la salute dei lavoratori.
È importante che il datore di lavoro monitori i livelli di radon negli ambienti di lavoro e prenda misure preventive per ridurre l’esposizione.
A tal proposito, il D.Lgs. n. 101 del 31 luglio 2020 e successivo D.Lgs. 25 Novembre 2022 (anche definito decreto correttivo) principale riferimento normativo a livello nazionale che attua la direttiva 2013/59/Euratom, ha introdotto importanti novità riorganizzando ed armonizzando la disciplina sulla radioprotezione dei lavoratori ed integrando anche le norme ed i livelli di tutela della popolazione.
Tra le novità più importanti, è stato abbassato il limite di concentrazione media annua aerea di radon a 300 Bq/m3 nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni esistenti (prima del recepimento della Direttiva, in Italia vigeva il limite fissato dal D.Lgs 241/2000 pari a 500 Bq/m3).
Mentre è stato già anticipato che sarà fissato il limite a 200 Bq/m3 per le abitazioni che saranno costruite a partire dal 31/12/2024.

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Dove vige l’obbligo di valutazione?

Il datore di lavoro ha l’obbligo di effettuare la valutazione dell’esposizione al rischio radon:
• nei luoghi di lavoro sotterranei,
• in locali semi sotterranei o situati al piano terra, localizzati in aree considerate prioritarie stabilite a livello regionale,
• in specifiche tipologie di luoghi di lavoro identificate nel Piano Nazionale d’azione Radon
• negli stabilimenti termali.

Quali possono essere le principali misure di prevenzione da adottare?

Valutazione dei livelli di radon negli ambienti di lavoro mediante apposite misurazioni.
Implementazione di sistemi di ventilazione adeguati per ridurre la concentrazione di radon negli edifici.

  1. Utilizzo di dispositivi di monitoraggio personale per i lavoratori che possono essere esposti al radon.
  2. Adozione di pratiche di lavoro sicure e tecniche di mitigazione del radon nelle aree con potenziali concentrazioni elevate.

Pertanto, in tutti i luoghi di lavoro sopra citati è obbligatoria (art. 17) la misurazione della concentrazione media annua di radon in aria.
Le misurazioni della concentrazione media annua di attività di radon in aria devono essere effettuate da servizi di dosimetria riconosciuti.
A tal proposito, Il datore di lavoro è tenuto ad effettuare la prima valutazione della concentrazione media annua di attività del radon entro 24 mesi dall’inizio dell’attività o dalla definizione delle aree a rischio o dalla identificazione delle specifiche tipologie nel Piano nazionale.

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Quali sono le periodicità previste?

Le misurazioni dovranno essere effettuate:

  • a seguito di interventi strutturali a livello di attacco a terra, o di isolamento termico;
  • ogni 8 anni, se il valore di concentrazione è inferiore a 300 Bq/m3.

Pertanto, se la concentrazione media annua di attività di radon in aria non supera il livello di riferimento di 300 Bq/m3, il datore di lavoro elabora e conserva per un periodo di otto anni un documento contenente l’esito delle misurazioni nel quale è riportata la valutazione delle misure correttive attuabili. Tale documento costituisce parte integrante del documento di valutazione del rischio di cui all’articolo 17, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81.
Qualora venisse superato il livello di riferimento di 300 Bq/m3, entro due anni il datore di lavoro dovrà adottare delle misure correttive per abbassare il livello sotto il valore di riferimento ed avvalersi di un Esperto in Interventi di Risanamento Radon.
L’efficacia delle misure sarà a sua volta valutata tramite una nuova valutazione della concentrazione.
In particolare:

  • A seguito di esito positivo (minore di 300 Bq/m3) le misurazioni dovranno essere ripetute ogni 4 anni.
  • Se la concentrazione risultasse ancora superiore è necessario effettuare la valutazione delle dosi efficaci annue, tramite Esperto di Radioprotezione che rilascia apposita relazione.

Il ruolo del Piano Nazionale Radon

Il Piano Nazionale Radon rappresenta un impegno cruciale da parte del governo per affrontare questa minaccia per la salute pubblica. Esso comprende una serie di azioni da realizzare nei prossimi 10 anni mirate a monitorare, valutare e mitigare i rischi a lungo termine derivanti dall’esposizione al radon indoor. Queste azioni includono:

  1. Monitoraggio dei livelli di radon: attraverso la raccolta di dati su scala nazionale, sarà possibile identificare le aree a maggior rischio e individuare i settori che richiedono interventi prioritari.
  2. Informazione e sensibilizzazione: il piano prevede campagne di sensibilizzazione per educare la popolazione sui rischi associati al radon e sulle misure preventive che possono essere adottate per ridurne l’esposizione.
  3. Valutazione e mitigazione dei rischi: saranno svolti studi approfonditi per valutare i livelli di radon negli edifici e nei luoghi di lavoro. In base ai risultati di queste valutazioni, saranno implementate misure di mitigazione per ridurre l’esposizione al radon.
  4. Normative e regolamenti: il piano prevede l’elaborazione e l’implementazione di normative e regolamenti specifici per garantire la sicurezza e la protezione della popolazione contro il radon.